sabato 25 maggio 2013

Quando accade l'impossibile!


Ehilà... Come state? E dopo gli esami.... LA STORIA PROCEDE!! Eeeeeeeeevvivaaaaaaa!
Non vi tratterrò oltre... lo so che morivate dalla voglia di leggerlo! Divertitevi ^_^.


Il ballo continuò pacato per un’oretta e mezza, durante la quale la pista non fu mai vuota, anche perché, dopo qualche pezzo della scaletta avevamo deciso di accettare le richieste degli studenti
Nee, aitai yo…
Con la fine di quel pezzo cominciava la mia pausa. La mia tanto agognata pausa.
Mi rialzai e andai a prendere il microfono fisso per sistemarlo nuovamente sul palco.
Spensi quello ad archetto e cominciai a scendere dal palco, lì incrociai Castor che mi propose di far fare una pausa anche all’orchestra:
“Dopotutto sono stanchi anche loro e poi la batteria era troppo up-beat nell’ultimo pezzo.”
“Forse hai ragione… tu avverti loro, io avverto il sempai, sarete solo tu e lui, già immagino la scena…” dissi ridacchiando.
Avvisai il sempai che sembrò molto più che felice della notizia
“Lascia fare a me, ho già un paio di idee…” gli sorrisi e, finalmente, raggiunsi i miei amici.
“Ragazzi non siete stati solo fantastici… ma stra-or-di-na-ri. Un ‘apertura splendida!” li abbracciai tutti, uno per uno.
I miei amici.
“Tieni Nay, l’ho fatto io, immagino che avrai la gola un po’ stanca vero?” mi disse Paffir allungandomi un bicchiere colmo di una bevanda fumante e dal profumo sorprendente: mi si illuminarono gli occhi
“Grazie Paffir” dissi seriamente commossa prima di prenderne un sorso.
“Ohilà, compare! Ci siamo lanciati eh? Niente cognome, niente nome! Si passa alle versioni accorciate? E bravo il mio compare, stai finalmente venendo fuori dal guscio!”
“C-che? No! Io… io non me ne sono accorto, scusa Nay’ar, non… ecco… io, non… non l’ho fatto apposta…”
“Cosa? La storia del Nay? Guarda che a me fa piacere se usate soprannomi, dopotutto è quello che distingue le persone a cui voglio bene da quelle con cui non voglio avere niente a che fare. Perciò sentiti pure libero di chiamarmi come ti pare” gli dissi sorridendo.
Lui ricambiò il sorriso.
“Sai Paffir, Nay’ar ha ragione, lei era l’unica senza soprannome, Shaoran era ‘Sha’ io ‘Tom’ Libby non parliamone e poi…” Paffir arrossì violentemente e cercò di difendersi ma in quel momento si spensero le luci sul palco e l’orchestra tornò al proprio posto.
Dopo pochi secondi partì l’intro di una canzone decisamente diversa dal tipo di canzoni che ricordavo esserci in scaletta.
“Nay’ar” chiamò Liberty confusa “non è una canzone un po’ troppo… non lo so… troppo e basta, rispetto alle solite?”
“Bhè niente di più semplice di una richiesta… ne abbiamo sentite tante di strane stasera…” si intromise Shaoran con una tartina in bocca
“Ti darei ragione – cominciai – se non avessimo deciso di accettare richieste solo quando siamo entrambi sul palco… e poi… Fratellino, questo è un duetto, parla di Bene e Male. Questa è Karakuri Burst… ma chi la canta con lui se io sono qui…?”
“Nay’ar, abbiamo un piiiiccolo problema, non ti allarmare ok?” mi disse la voce di Uno nell’orecchio
“Cosa capita Uno?” gli chiesi bevendo un sorso di tisana.
nemuranai machi no mannaka de  tachidomatte sa
[Stando fermo nel mezzo di una città senza sonno]
Per poco non sputai il sorso di tisana appena preso in faccia a Shaoran. La voce non era di Castor, era indubbiamente femminile, più bassa e roca della mia, ma comunque impostata sullo stesso timbro.
Una voce che aveva pronunciato molte parole.
Una voce che avrei riconosciuto ovunque:
“Però niente male, la vocalist non trovate? Non me ne intendo, certo, ma ricorda molto te, sorellina”, disse Shaoran seriamente impressionato, davvero non si era accorto di chi fosse?
“Uno, spegni il microfono di Castor, la prendo io. Prima di accendere le luci, creale un ologramma del mio vestito a colori invertiti, per favore. Tommy voi cercate i professori e pensate al da farsi. Fratellino… quella è Fenril” Tomoyo annuì e si trascinò uno Shaoran incredulo. Paffir e Liberty andarono in direzione opposta.
“Tutto pronto, accendo le luci al tuo attacco.”
Just say!
La fissai con aria di sfida.
jikoku wa ushimitsudoki/akaku  akaku  somaru yoku o
[Sono le 3 del mattino/ Mentre do aria ai miei desideri macchiati di rosso]
Cantò ricambiando il mio sguardo con malizia mentre la rincorrevo col controcanto
hakidashite  hikigane o hiitara/kirei na aka ni somaru yubi
[e premo il grilletto / le mie dita si macchiano di un rosso brillante.]
Aveva accettato la sfida
KOWASHITE!’ ‘KOWASHITE!
[Distruggi! Distruggi!]
Feci qualche passo verso il palco. Gli studenti non avevano capito bene cosa stava succedendo ma questo duetto pareva avere molto trasporto.
tarinai yo? ta-ri-na-i/mitasarenai  hakai shoudou/moroi  moroi  moroi  hito nante
[Non è abbastanza? Non è abbastanza/ Questa insaziabile sete di distruzione./ Fragili, fragili, fragile! Gli umani sono]
Mentre cantava queste parole mi piantò lo sguardo nero e freddo negli occhi.
Intendeva davvero quello che cantava.
Ma non mi sarei data per vinta. Se pensava di poter venire nella mia scuola e dettare il bello e il cattivo tempo… beh si sbagliava di grosso.
Shosen wa Shosen wa!
[Dopotutto]
Indicò il pubblico.
 suterareta karakuri/"Nan no tame ni tsukurareta no?" tte iu/sore  oshiete yo!
[Nient’altro che marionette in disuso. / "A che scopo fui creata?"/ Dimmelo!]
Mi fissò con odio, sfidandomi apertamente. Quella che agli occhi degli altri studenti era un semplice duetto d’effetto, era in realtà un vero e proprio surrogato del classico bagno di sangue. E se tale doveva essere non mi sarei certo lasciata smembrare da Fenril. Mai.
Ricambiai il suo sguardo con altrettanto odio, ma poi lo trasformai in sfida: toccava a me ora dire ciò che pensavo.
"Guuzen" nante koto wa okoranai
[Non accadono mai cose come le “coincidenze”.]
Cominciai a fare qualche passo disinteressato in giro, come se stessi vagando e al contempo conoscessi la mia meta.
Shiro to kuro de  hedaterareta subete no  zen/aku
[Tutto il bene e il male sono stati catalogati]
Una sfera di luce bianca cominciò a girarmi attorno, lasciando una scia residua di candida energia.
Hajime kara zenbu kimatteiru
[fin dall’inizio con la definizione di Bianco e Nero.]
La fissai con i miei occhi chiari, e lei parve un po’ interdetta, o era solo una mia impressione?
Sujigakidoori ni  hidarite naraseba  shukusei
[Seguite il copione: quando schiocco le dita di sinistra, sradicate il male!]
Mi rivolsi alla folla di studenti, la mia sfera bianca che vagava per la piazza. Poi schioccai le dita della mano sinistra, tutta la folla fu in delirio ma poi, Fenril riprese:
Just say!
E la folla fu nuovamente in delirio.
jikoku wa ushimitsudoki/karitoru wa  subete no "Aku"
[Sono le 3 del mattino./Io caccio e catturo tutto il “male”]
In quel momento sentii la voce di Uno nell’orecchio:
“Nay, il preside ha deciso di parlare con Fenril, portala in un luogo appartato ma non nel mio laboratorio. Mi ha già distrutto una volta e non ci tengo a fare il bis…”
Annuii e guardai il pubblico.
KOWASHITE!’ ‘KOWASHITE!
[Distruggi! Distruggi!]
Feci altri passi verso il palco.
subete o  hai-jo-su-ru/owaranai  hakai koudou/kiero  kiero  kiero  aku subete
[Io eliminerò tutto/Non c’è fine a questa distruzione./Sparisci, sparisci, sparisci! Tutti i malvagi sono,]
Passi decisi, e sulla fine del verso fissai Fenril, tenendo il tempo con tutto il corpo.
shosen wa shosen wa
[Dopotutto]
Allungai una mano verso il palco. Ormai mi mancavano poco più di 5 metri per raggiungerla.
ochibureta  garakuta/"Nan no tame ni, ikashite oku?" tte iu/sore  oshiete yaru
[Nient’altro che spazzatura ./"A che scopo continui a vivere?"/Te lo dirò io!]
Sorrisi.
La faccia di Fenril era una smorfia di rabbia, mal celata e mal contenuta, ma pur sempre rabbia. Dovevo averla sconvolta davvero.
Durante il momento strumentale, lei ebbe la mia stessa idea, scese dal palco e cominciò a camminare tra la folla, come a cercare fan. E così feci anche io, passai tra la folla come se stessi cercando qualcosa, freneticamente. Spostai ogni persona che toccavo in modo da farli schierare. Mi accorsi che anche lei stava facendo la stessa cosa.
Al momento di riattaccare, quello che non mi aspettavo era che i due schieramenti partecipassero al canto.
KOWASHITE!’ ‘KOWASHITE!
[Distruggi! Distruggi!]
Fu quasi un urlo liberatorio. Entrambi gli schieramenti lo dissero convinti. Fenril si girò con soddisfazione verso i suoi mentre continuava. Io sovrapposi il mio canto, creando un suono cacofonico ed armonico allo stesso tempo.
tarinai yo? ta-ri-na-i 
Non è abbastanza? Non è abbastanza mitasarenai  hakai shoudou 
Questa insaziabile sete di distruzione.
moroi  moroi  moroi  hito nante 
Fragili, fragili, fragile! Gli umani sono
shosen wa  suterareta karakuri 
Nient’altro che marionette in disuso. "Nan no tame ni tsukurareta no?" tte iu 
sore  oshiete yo?
"A che scopo fui creata?"/ Dimmelo!
subete o  hai-jo-su-ru 
Io eliminerò tutto
owaranai  hakai koudou 
Non c’è fine a questa distruzione.
kiero  kiero  kiero  aku subete 
Sparisci, sparisci, sparisci! Tutti i malvagi sono,
shosen wa  ochibureta  garakuta 
Nient’altro che spazzatura . "Nan no tame ni, ikashite oku?" tte iu 
sore  oshiete yaru
"A che scopo continui a vivere?"/Te lo dirò io!
Le nostre fazioni ci fecero corridoio e tutte e due salimmo sul palco durante la parte strumentale finale. Io da destra. Lei da sinistra.
Arrivate sul palco, ci fissammo per un paio di secondi e aprimmo le ali (le mie angeliche le sue da demone).
Cominciammo ad avvicinarci seguendo
il tempo e il ritmo della canzone.
Nella mano di Fenril vidi guizzare delle fiamme nere.
Estrassi le spade e terminammo (perfettamente insieme alla canzone) io con una spada puntata alla sua gola, lei con il globo oscuro a 5 centimetri dalla mia.
Stavamo ansimando e lei sorrideva maligna.
“Nay’ar…” la voce di Uno nell’orecchio mi riscosse.
Le mie lame scomparvero in petali di energia bianca e guardai il pubblico.
Fenril mi affiancò, salutò gli studenti che proruppero in uno scroscio di applausi e fischi e urli… era stato un successo… inaspettato certo… Ma pur sempre un successo.
“Coraggio Nay, sorridi e saluta, dopotutto me ne devi una” mi disse lei tra i denti.
Ritrassi le ali.
“Tu ora vieni con me” le dissi a mezza bocca salutando e ringraziando.
“Ma certo Nay. Tutto quello che vuoi… quando lo voglio io.”
Le indicai le scale e mentre scendeva Castor mi prese per una spalla e mi guardò incredulo:
“Nay’ar chi era quella? Perché era uguale a te? E che razza di canzone è?” ci mancava solo questa…
“Castor! È mia… cugina… non me l’aspettavo… pare che mi volesse fare una sorpresa, ora scusa ma devo fare gli onori di casa… ti spiace reggere il palco per un po’?”
Fece un sospiro di sollievo
“Ah, meno male… pensavo fosse una cosa tipo nemici mortali che compaiono di punto in bianco… ma ora sono sollevato!” sorrise e mi fece cenno di andare.
Lo ringraziai e seguii Fenril che stava passando  davanti al damerino.
Naturalmente anche lui mi prese per una spalla… cosa c’era scritto sopra… maniglia? Mi girai indispettita:
“Cosa vuoi Herd-san?”
“Sapere chi è quella… perché non è tua cugina.” Cos’era… preoccupazione quella che leggevo nei suoi occhi?
“Herd-san… non sono cose che ti riguardano. Ora devo andare.” Strinse la presa sulla mia spalla.
“Quella non promette niente di buono.” Non sapeva quanto avesse ragione.
“Mi lasceresti il braccio? DEVO andare.” Sospirò.
“Almeno promettimi che sarai prudente” mi scrollai di dosso la sua mano mentre rispondevo sarcastica:
“Si, si, si… pruderò moltissimo.” E me ne andai senza aspettare risposta.
“Abbiamo un sacco di ammiratori vedo… ti dai da fare eh?” mi provocò Fenril quando la raggiunsi.
“Da questa parte deuncolo, il Rettore ti vuole parlare.”
“Oh, che coincidenza… anche io…”
Ci ritrovammo davanti alla sala d’allenamento.
Gli altri erano già arrivati.
“Signor Rettore, scusi l’attesa.” Lui annuì soltanto. I miei amici mi circondarono e fissammo tutti il deuncolo.
Calò un silenzio che nessuno osava rompere.
“È forse questa l’accoglienza riservata agli ospiti? È forse questa l’accoglienza riservata ad un dio?”
“No, questa è l’accoglienza riservata a te, Fenril.” Risposi secca. Mi scoccò un’occhiata piena d’odio.
“Arriva al dunque deuncolo. Non abbiamo tutta la sera.” Sha rischiò molto con quella frase ma parve che lei non se ne fosse accorta nemmeno.
“Avete ragione. Ho di meglio da fare che perdere tempo con voi. Entriamo. Voglio finire in fretta.”

Se siete arrivati fin qui... COMPLIMENTI! io vi consiglio di ascoltare la canzone... sapendo però che gli ultimi due ritornelli sono sovrapposti e non in sequenza ^_^... ecco... il verde è Nay'ar e il viola Fenril...
Cosa succederà con l'arrivo di Fenril? Il deuncolo manderà all'aria mesi e mesi di preparativi? Perchè scomodarsi solo per cantare una canzone? Non temete, le risposte (forse) nella prossima puntata di... Nay'ar Chronicle: 'Conflitto sfiorato, una nuova missione?' non perdetela! Al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooo!