venerdì 26 aprile 2013

Il Ballo


Ehilààà!!! Come vi procede il tutto? In questo periodo dovrò studiare... come sempre... però spero di riuscire a postare qualcosina ogni tanto... voi no? ad ogni modo... ecco il tanto atteso post... Mwahahahahahaahahahahahahah!!!!!!!!!!!!!!
Ah, dimenticavo, nella lettura vi imbatterete in frasi in giapponese... non vi spaventate sono solo le frasi di una canzone, il verde lo canta Nay, il Blu lo canta Castor e il rosso lo cantano insieme.
La canzone in particolare è 'Tsugai Kogarashi', cantata in origine dai vocaloid, è una delle canzoni che in genere mi piace da impazzire... e poi era perfetta... in realtà ce ne sarebbe stata un'altra ma... vabbè questa è un'altra storia... ASCOLTATELA e fatemi sapere mi raccomando.
Buona lettuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuraaaaaaaaaaaaaa!!!!

“C’hai messo una vita sorellina… Mina Mino era già lì che saltellava dalla gioia…”
“Colpa di Uno… mi ha trattenuta con un problema da risolvere assolutamente…”
“Nay’ar cara… per caso il problema da sistemare si chiama Keichi Herd?”
“Ehi! Come fai a saperlo?”
“Cara… da quanto ti conosco?”
“Da tanto e con ciò?”
“So cosa ti passa per la testa… fidati di me… Tomoyo sa tutto e poi… quello non è Herd con un tuo vestito addosso?” cavolo… mi aveva sgamata prima del previsto… dopotutto… Tommy controllava il tempo… avrei dovuto immaginarlo…
“E’ stato…” per fortuna il passaggio del rettore interruppe la mia figuraccia.
“Uh uh! Ragazzi miei, è tutto a posto vero?”
“Sì signore” gli risposi “il palco è pronto, il suo leggio è sistemato il microfono è online e l’orchestra è già al proprio posto in attesa della sua entrata.”
“Molto bene figlioli, tra le altre cose… uhuh! Siete… come dire… abbaglianti… complimenti.” Arrossii… dopo tutto ero stata io a fare quei vestiti…
“Grazie signore.”
“Signore?” disse Shaoran chiudendo lo spiraglio di sipario da cui aveva sbirciato
“Sì Li?”
“Penso proprio che siano arrivati tutti”
“Li ha ragione Rettore, ci sono proprio tutti” si intromise Uno.
“Uhuh! Allora meglio che vada sul palco… uhuh! Preparatevi uhuh!”
I professori delle discipline Maggiori (alias Mino, Ten, Ghenzy e Tekku) salirono sul palco e si disposero ai propri posti.
Calò immediatamente il silenzio.
Noi, dietro le tende del sipario che nascondeva l’orchestra, stavamo tremando di nervosismo ed eccitazione.
Non era la prima volta che un nostro evento prendeva vita, ma questo era un evento memorabile e la tensione si  faceva sentire tutta… nel momento sbagliato.
“Uno, tutto come da programma con le luci vero?”
“Certo Nay. Come sempre”
“Bene. Signor Rettore, al mio cenno salga sul palco. Ten-sensei la presenterà, partirà il violino che ci farà sentire un po’ di virtuosismo per circa 10 secondi e poi lei salirà. Tutto chiaro?”
“Uhuh! Certo mia cara. Più chiaro di così. Allora aspetto il tuo cenno.”
“Grazie signore. Tomoyo voi andate pure a prendere posto in pista. Da qui in poi voi dovete solo divertirvi.” Dissi loro sorridendo, ma il Rettore li fermò:
“Aspettate miei cari, è meglio se restate qua per un po’, capirete poi il perché uhuh!”
“Va bene signore. Resteremo qui.” Disse Tomoyo perplessa
Ten-sensei si avvicinò al microfono un po’ a disagio nel suo completo rosso… sebbene quel taglio l’avessi già visto da qualche parte… picchiettò un paio di volte sul microfono e poi prese a parlare schiarendosi la voce:
“Ehm, salve ragazzi. Benvenuti a questo straordinario evento auto organizzato. È straordinario proprio perché è auto organizzato. Ma ci sarà tempo per parlare di questo, credo… comunque: l’importante è divertirsi. Tutti. Quindi mi raccomando non facciamo scherzi di cattivo gusto con le bevande e il cibo, zuffe, e tutte queste altre raccomandazioni che non vi dirò perché sono più che impresse nella vostra memoria. Detto ciò, non si può certamente cominciare un evento del genere senza un adeguato discorso di apertura. Ed è quindi con grande piacere che vi lascio nelle mani, o meglio voce,  del Rettore!” seguì uno scroscio di applausi e feci cenno al violinista che cominciò col suo virtuosismo. Quando stava per toccare le note finali feci cenno al Rettore che con un sorriso divertito salì sul palco e si diresse al microfono. Posò i fogli del discorso sul leggio, poi guardò l’oceano di persone in attesa, sorrise e cominciò a leggere:
“In questa stagione in cui cadono i petali di ciliegio ci prepariamo… ah no, scusate… questo è il discorso dei laureandi… uhuh!” ci fu una risata generale, mi coprii il viso con la mano e risi mio malgrado.
“Bene, uhuh! Ora che la tensione si è allentata possiamo parlare.” Il rettore era sempre un genio, qualunque cosa facesse…
“Uhuh! Bene figlioli, ora penso che si possa fare un discorso sensato. Sapete tutti perché siete qui: uhuh! Questo è un ballo di benvenuto! Uhuh organizzato, come ben sapete, da vostri colleghi! Eccoli qua, accogliamoli sul palco!! Tsubasa, Li, Kagurazawa, Keber, Lent, e gli altri chiaramente uhuh!” ci sentimmo tutti obbligati a salire sul palco e io chiesi a Uno l’ologramma dell’uniforme.
Ci sistemammo intorno al rettore. Tutti e dieci facevamo la nostra figura…
“Non vi sembrano bravi? Hanno fatto tutto da soli, senza aiuto esterno, è grazie a loro che l’orchestra è ad un livello alto questa sera ed è sempre grazie a loro che tutto quello che vedete qui è stato messo in piedi. Non è stato lavoro facile uhuh! No davvero. Quindi applausi, applausi!” seguì uno scroscio di applausi a cui tutti, o quasi, rispondemmo con un inchino imbarazzato. L’unico che sembrava perfettamente a suo agio era Zatch-sempai che salutava apertamente il pubblico e sembrava felice della cosa. Shaoran era viola, Paffir si torceva le mani, Liberty guardava fisso a terra, Tomoyo giocherellava nervosamente con una ciocca di capelli e io, le guance in fiamme, lottavo contro la coda per non farla comparire, i sempai per lo più si mostravano imbarazzati in misura assai minore.
“Uhuh! Chiaramente parteciperanno anche loro perciò sentitevi liberi di parlare con loro e di chiedere tutto quello che volete.”
Qualcosa mi disse di alzare lo sguardo e, quando lo feci, gli occhi si posarono direttamente su una macchia in ombra. Da quella macchia in ombra però i miei occhi non fecero per nulla fatica a distinguere la familiare forma del vestito. Keichi mi stava fissando, appoggiato ad un muro un po’ in disparte, con le braccia incrociate e uno strano luccichio negli occhi, quegli così verdi… così…
‘Nay’ar, cara, qualcosa non va?’ Tomoyo si era accorta che qualcosa non andava in me
‘Tutto a posto grazie… perché?’
‘Nay, lo stai fissando… ’
‘Non è vero! Non lo sto fissando… è lui che fissa me…’ distolse lo sguardo, con… disappunto?
“Uhuh! Miei cari penso di aver parlato abbastanza, vedo che siete belli carichi! Uhuh! Allora esco di scena e vi auguro una buona serata!”
Scendemmo dal palco mentre chiedevo a Tomoyo “Oddio… quanto mi sono persa?”
“Solo gli ultimi 20 minuti di discorso… niente di estremamente importante… ma si può sapere che ti è preso? Fissarlo a quel modo… ma non lo odiavi? Perdonami ma non capisco…”
“Non lo so… è come quando gli ho detto di mio padre, Tommy tu sai che non spiffererei mai di Hareven ai 4 venti… non so perché l’ho fatto”le risposi incerta.
“Ci risiamo… ne parliamo domani ok? Ora abbiamo da fare non credi?” mi riscossi quasi subito
“Cavolo è vero! Uno le luci?”
“Spente”
“Professori, se volete prendere il vostro partner e dirigervi al posto designato, vi sarei molto grata”
“Ma certo mia piccola Tsu!” mi rispose Ten-sensei porgendo a Liberty un braccio e trotterellando verso il pubblico divertito.
“Grazie della disponibilità. Ora: Sha con Tekku-sensei, Paffir con Ghenzi-sensei e Tommy con Mino-Sensei, io vado là sopra, quando Uno mi darà il segnale, il sempai farà partire la musica, le luci si accenderanno su di voi e dal primo passo tutto come da programma. Prendete posizione… stasera ci mette in mostra. Fategli vedere come si fa.”
Tutti uscirono e si misero ai loro posti, era stato un incubo insegnare a Wu Ten e Mina Mino a ballare quei pochi passi in modo da far fare loro il primo ballo con noi studenti.
“Nay’ar! Allora, siamo pronti?” mi chiese Castor che aveva seguito il discorso dalla folla di studenti
“Tutto a posto possiamo andare.”
Mi sorrise e mi fece cenno di precederlo
Prendemmo posto davanti ai microfoni, e disattivai l’ologramma.
“Socia, sei splendida stasera” mi disse Castor facendomi l’occhiolino,
“Grazie, socio, anche tu non sei male!” gli risposi sorridendo.
Nell’orecchio sentii un ‘bip’, il segnale di Uno, quasi contemporaneamente Zatch-sempai fece cenno all’orchestra, che cominciò a suonare “Tsugai Kogarashi” una canzone dallo spiccato ritmo orientale, un duetto dolce nella sua semplicità.
Avrebbero dovuto fare poche semplici figure ma dall’effetto scenico incredibile… o almeno così speravo.
Durante la breve intro (noi al buio fino al momento stabilito) Uno accese i riflettori sulle coppie interessate perfettamente a tempo e a intermittenza fino alla fine della parte.
Poco dopo intonai la prima nota.
Tutti si girarono verso i punti luminosi e videro molto bene i professori vestiti in abiti formali che erano accoppiati ai miei amici in divisa e per di più posizionati di spalle… sui loro volti vedevo lo stupore, questo mi divertiva.
kawaiiita kogarashi soyo soyo to’.
Mentre le donne facevano un passo verso il partner, questo lentamente si voltava.
kawaiiita konoha wa hira hira to’.
Si ritrovano l’uno di fronte all’altro, lei fa qualche passo timido verso di lui, si guardano chinano la testa, a mo di saluto.
Da qui in poi sono figure per lo più di braccia, l’uno è l’ombra dell’altra e viceversa in modo da non far capire mai chi sia la vera ombra, ecco, un giro su se stessi, un’inseguirsi giocoso (dopotutto la canzone parlava di due venti).
Si fermano, si guardano, accennano un inchino.
ari mo sezu’.
I partner si separano, i professori arretrano mentre i loro vestiti diventavano le mise di sempre, quelle da professori (i miracoli di Uno erano sempre i migliori).
Ora arrivava la mia parte preferita: la strumentale.
Era a ritmo più sostenuto, i ballerini rimasti (ovvero Shaoran & co) si scambiavano a questo punto i posti, in un frenetico ma raffinato volteggiare, nella spasmodica ricerca del proprio partner.
O almeno, questo era il piano… frenetico lo era di sicuro…ma nel complesso… non male.
Si ritrovarono appena in tempo. Ricominciammo a cantare, le uniformi scomparvero per lasciare posto ai veri abiti… uno spettacolo inaudito.
kawaiiitakonohawahirahirato’.
Lui fa due passi, porta le braccia in alto e le fa scendere descrivendo nell’aria una sorta di DNA (era stato l’unico modo per farlo capire ad uno Shaoran in crisi perché trovava il tutto molto imbarazzante. Se si fosse visto ora… forse avrebbe cambiato idea… era quasi… si, si poteva definire ‘figo’).
kawaiiitakogarashisoyosoyoto’.
Lei porta una mano ad altezza fronte, fa un giro su se stessa e se la riporta al fianco facendola fluttuare come una foglia mossa dal vento.
E poi una nuova coreografia: non più una semplice emulazione, non più il gioco delle ombre ma, figure partecipative, spesso indipendenti per i due partner (ad esempio una figura in cui lui fingeva di brandire una spada e di eseguire semplici mosse con essa, mentre lei gli danzava intorno), una specie di compenetrazione di luce e ombra… erano davvero belli visti dal palco.
E ci avvicinavamo al finale glorioso. I due giravano in cerchio, le figure descritte erano speculari l’una all’altra. Di una dolcezza disarmante.
kosure sazameku konoha to tomo ni
Lei ondeggia le braccia ai suoi fianchi come il vento e tende una mano verso di lui.
kakeru ichijin no kaze to tomo ni
Lui fa un passo incerto, gira su se stesso e allunga una mano verso di lei.
todomaru koto naku hitahashiru/kawaita uta to tsugai-kogarashi
Girano in cerchio, come a rincorrersi, imitando il rincorrersi dei venti.
Ed ecco finalmente la parte migliore: la strumentale finale.
Due lenti passi per avvicinarsi, ancora un cerchio e allungo di mano che sfiora soltanto quella del partner. Lei si volta ed entrambi guardano in un luogo sconosciuto (o conosciuto… era chiaramente dove sapevano che ci sarebbero state le telecamere di Uno… li avevo istruiti così bene uhuh!).
Solo quando anche l’ultima nota esalò l’ultimo respiro, si accesero le luci sul palco e la piazza prese a brillare di luce propria.
Lo scroscio di applausi, i fischi, gli ululati di congratulazioni erano assordanti.
Un inizio con i fiocchi!
La serata non poteva che evolvere in meglio.

Eccoci! fine prima parte si potrebbe dire.... sconvolgimenti, scene disarmanti e molto altro nella prossima puntata di Nay'ar Chronicle: "Quando accade l'impossibile"!.... NON PERDETELO!!! Al prossimo post!! Ciaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

1 commento:

  1. La serata non poteva che evolvere in meglio... o in peggio! Eheheheheh! Comunque complimenti per la descrizione del ballo di apertura, per nulla noioso. Dinamico e allegro. Se poi prima guardi il video originale, l'effetto migliora considerevolmente.

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