sabato 26 ottobre 2013

QUANDO TUTTO FILA SECONDO I PIANI... DEGLI ALTRI!

Salve a tutti, scusate l'assenza... ho rischiato davvero il linciaggio stavolta... per farmi perdonare, questa parte è leggermente più lunga delle altre... spero vi piaccia...

Tornammo in piazza.
Nulla era cambiato, Castor teneva banco perfettamente e insieme al sempai si erano messi a fare un po’ di musica elettronica.
La pista era di nuovo stracolma.
Incrociai lo sguardo della mia controparte e capì. Ci saremmo dati il cambio alla fine della canzone. Glielo dovevo.
Salutai i miei amici, bevvi un po’ di analcolico e mi diressi verso il palco. Qualche persona mi riconobbe e mi fece i complimenti. Ad ogni persona diventavo più rossa…
“Ehi Nay!” da quando le zanzare parlano?
“Nay’ar! Ascoltami!” ignoralo Nay’ar, mi dicevo, tanto non ha niente di importante da dirti…
“Tsubasa! Stai bene?” mi mise la mano su una spalla… che bello la parola ‘Maniglia’ non si era ancora staccata dalla mia testa… me lo scrollai di dosso e continuai a camminare
“Tsubasa per favore! Odiami se vuoi! Mandami al diavolo se devi ma non mi ignorare! Sono seriamente preoccupato per te!” mi girai seccata, incrociai le braccia e gli dissi angelica:
“Ma io non ti devo alcuna cortesia” sorrisi e raggiunsi il palco sulle ultime note di una canzone che non conoscevo.
Ci incrociammo sulle scale:
“Penso che un po’ di lenti ora ci stiano bene, sai le coppie si dovranno formare no?”
“Non potrei essere più d’accordo Castor – gli risposi – ma ancora non è il momento dei lenti… ancora una canzone” mi osservò alzando un sopracciglio
“Pare che tu abbia già in mente qualcosa… o sbaglio?” sorrisi
“Non sbagli, purtroppo è un duetto quindi non potrai riposare molto la voce ma… se cantassi da laggiù l’effetto sarebbe ancora più bello” sorrise, chissà perché con lui era tutto un susseguirsi di sorrisi
“… che canzone?”
“Quella che provavamo in segreto, un po’ di rock acrobatico… che ne dici?”
“Aaaah… è cominciata l’operazione?”
“Sì.”
“Allora, dai tu l’attacco.”
Salii sul palco e distribuii gli spartiti, che avevo lasciato al sempai, a chi di dovere.
Mi misi davanti al microfono e cominciai a parlare:
“Ragazzi, ragazze, professori, vi state divertendo?” mi rispose un boato affermativo e non dubito che anche un paio di professori fossero in mezzo all’urlo
“Mi fa molto piacere anche perché la serata è lungi dall’essere finita! – Castor bevve del succo e mi fece l’occhiolino, anche lui era pronto – Dopo del pop e dell’elettronica… spero che la prossima canzone vi piaccia. La vorrei dedicare a due miei amici in particolare. Spero vi divertiate!” schioccai le dita in alto e partì un leggero ritmo al piano un ritmo un po’ retrò che ben presto lasciò spazio alle trombe, e io e Castor cominciammo a fare la nostra magia.
Tomoyo e Shaoran si guardarono subito non appena capirono che canzone fosse (il accadde non più tardi delle prime due note), e di conseguenza distolsero lo sguardo.
Paffir  e Liberty, ridendo cominciarono a ballare e Castor passando, diede una spinta giustapposta a Tomoyo che finì irrimediabilmente addosso a Sha e, non si sa bene come (perché Sha è un gran stoccafisso in queste cose) anche loro si misero a ballare.
Mentre cantavamo li osservavo.
Erano vicini, ballavano bene, si preparavano alla parte lenta della canzone, ma mancava loro qualcosa…
E poi attaccai la parte lenta: vidi che lei gli diceva qualcosa e cominciai a sperare.
Lui le si avvicinava, sempre di più, sempre di più e… ricominciò la parte veloce… lui si riprese le fece fare un paio di giri prima di riprendere la coreografia normale! BAKA SHAORAN!  Impacciato come nella melassa!
Terminammo la canzone e guardai tristemente Castor che ricambiò il mio sguardo con altrettanta delusione.
“Cavolo Nay c’eravamo così vicino…”
“Lo so Uno… lo so” dissi tristemente
“Nay’ar!” erano Paffir e Liberty che con espressione delusa si erano fatti strada sotto il palco
“Avremmo una proposta” feci cenno a Castor di avvicinarsi, e una volta arrivato la coppia spiegò il loro piano.
“Potrebbe funzionare… più diretto di così…”
“È difficile che persino Sha non capisca no?”
“Ho paura che non funzionerà ma tentar non nuoce” dissi alzandomi.
Liberty aveva pensato a tutto e aveva anche gli spartiti… la canzone era ‘Kiss the Girl’ un lento abbastanza diretto… si sperava che Sha recepisse l’antifona e non ci facesse più sclerare… doveva prendere l’iniziativa.
E così Castor cominciò a cantare. Io mi limitavo al coro e al controcanto.
E come da programma… Lui non recepì.
Si mise sì a ballare con Tommy… ma era evidente che non aveva capito.
Tomoyo era sempre più sconsolata.
Verso metà canzone vidi il damerino lanciarmi un’occhiata, sorridere e avvicinarsi alla coppia.
Era evidente che stava chiedendo di ballare con Tomoyo… cosa sperava di fare? Non avrebbero mai accettato… e invece, contro ogni mia previsione, Tomoyo prese la mano di Herd-san e cominciarono a ballare… lasciando il mio fratellino incredulo, solo e allibito.
Si mise in disparte e aspettò ma quando  Herd-san, sul finire della canzone, stava per far fare il caschè alla mia amica, non ci vide più. Si avvicinò a grandi passi ‘Se mi rovina il vestito con una rissa, giuro che gli rovino il cervello’ pensai.
Castor sorrideva, compiaciuto dal cambio di espressione sul viso rettiloide di Sha.
Arrivato a pochi passi da loro si mise a sbraitare: “Ehi tu, damerino playboy! Toglile le mani di dosso, lei è la mia ragazza!” la musica si interruppe, Paffir comparve alle spalle di Sha, in caso di emergenza, e io lo affiancai. Liberty comparve alle spalle di Herd-san e Tomoyo, ridacchiando guardò Shaoran:
“Questa mi è nuova…” disse divertita… sempre saputo che era una sadica… potevano dire tutto quello che volevano ma avevo ragione io.
Shaoran, viola melanzana, cominciò a balbettare qualcosa di incapibile… e io ero lì accanto.
Ci avevano fatto cerchio intorno e pure i professori si stavano godendo la scena:
“Capisco” disse Tommy sorridendo “L’hai sentito no?” continuò lasciando la mano di Herd-san e avvicinandosi a Sha “c’è voluto un po’, ma pare che io sia la sua ragazza. Grazie dell’aiuto Keichi” era radiosa… lei che sapeva tutto.
“Non c’è di che, piccola pantera.” Rispose Herd-san, che era il complice, ridendo.
“M-mi sono davvero messo così in ridicolo?” chiese Sha… l’unico all’oscuro di tutto che era riuscito a guadagnarsi una figura imbarazzantissima. Alla sua domanda, tutti (e intendo tutti) scoppiammo in una sonora risata.
“Così sembrerebbe fratellino” lo rassicurai io… non è mai bello vivere nel dubbio.
Sentii dal palco Castor che diceva nel microfono: “Per festeggiare il lieto evento ci va un’altra canzone, che ne dite? Qualcosa di movimentato?” l’attenzione di tutti fu subito riportata al ballo e mi ritrovai sola con i miei amici e Herd-san:
“Grazie Herd-san… non si sarebbe mai svegliato senza una scossa” sorrise e mi prese la mano.
“Questo e altro per te, mia piccola Nay. Soprattutto… ora che me ne devi una non puoi non concedermi un ballo.” Sbuffai
“Ancora con questa storia? Lo sai che non so ballare, e non ho intenzione di imparare. Mi sdebiterò, ma non così. Ora vado sul palco, c’è bisogno di me.”
“In realtà non ti vuole nessuno sul palco…” mi disse Paffir poco prima che partisse la mia voce registrata.
Mi sentivo duettare… senza aprire bocca…
“E dai Nay, Dopotutto ci ha aiutati…” mi disse Tomoyo.
“Non guardare me… è la TUA patata bollente… io ho già dato più volte, stasera…” restai a bocca aperta
“Tu quoque Sha…non mi fiderò mai più di te” non c’era nessuno che mi avrebbe salvata, tutti tifavano per lui… non ero io la loro amica? Sospirai e presi la mano di Herd-san che sorrise soddisfatto... odiavo quell’espressione.
Me l’avrebbero pagata.
Tutti.
“Ti pesterò i piedi” dissi convinta.
“Tu libera la mente e fatti guidare, segui l’istinto… fidati di me” sentii la leggera risata di Uno nell’auricolare.
Me l’avrebbe pagata anche lui.
Aspettammo la canzone successiva, che si rivelò essere anche l’ultima della serata: una specie di minuetto leggermente up-beat con un violino splendido… sospirai e feci come mi era stato detto: cercai di seguire l’istinto e liberare la mente. All’inizio fu un po’ complicato, non avevo la più pallida idea di cosa muovere ma poi Herd-san mi chiese di guardarlo negli occhi e di rilassarmi.
‘Brutta figura per brutta figura…’ pensai, e obbedii.
Andò molto meglio del previsto, non pensavo di saper ballare così bene, in breve tempo la maggior parte dei ballerini in pista ci fece largo e, prima che me ne accorgessi, rimanemmo gli unici a ballare.
Tra figure prestabilite dal minuetto e nuove figure che non avevo mai immaginato potessero esistere né tanto meno essere eseguite, ci facemmo strada attraverso le note e le parole. Ma mai fui in dubbio sul passo da eseguire…
Il damerino, infine, decise di farmi terminare con un casquè.
Rimasi in quella posizione per qualche secondo, con il suo sguardo lampeggiante di endorfine piantato nei miei occhi vaqui… cosa voleva leggervi?
Ritornai in me quando la sala esplose in un poderoso applauso: mi ripresi e la leggerezza della mia testa scomparve, facendo comparire un’espressione dubbiosa sul volto del damerino.
“Grazie del ballo mia piccola Nay, è stato… meglio di come mi aspettassi, hai molto più ritmo in te di quanto sperassi.” Lo guardai male:
“Ho già detto e ripetuto che non sono piccola né tantomeno TUA. E’ un peccato che non ti abbia pestato i piedi… mi sono sdebitata. Non abbiamo più nulla da dirci.” Gli ero davvero grata per quanto aveva fatto e dovevo ammettere che era stato divertente ma… il suo atteggiamento continuava ad essere quello sbagliato, e io non volevo avere niente a che fare con lui. Salii sul palco mentre i ragazzi cominciavano a scemare.
“Grazie a tutti di aver partecipato! Se avete qualcosa da dirci non esitate a farlo, ora o domani. Davvero grazie infinite, speriamo vi siate divertiti” mi inchinai profondamente e quasi subito mi trovai circondata dagli altri organizzatori, che si inchinarono come me. Alzammo la testa solo quando sentimmo gli studenti applaudire. E lì in un angolino, in ombra, il Rettore applaudiva con gli altri.
Non sarebbe potuto essere un finale migliore.
Aspettammo che tutti uscissero e ci accordammo per l’indomani… qualcuno avrebbe pure dovuto pulire e mettere a posto tutto, no?
“Bene ragazzi” dissi sbadigliando,

“Io vado a dormire, voi fate quello che volete.” E lasciando le coppiette al proprio destino, me ne tornai in camera.

E quindi? Cosa ne pensate? A breve il prossimo... breve... insomma vedremo ^-^
Cosa ci aspetta nella prossima puntata? Verrà svelata l'identità del losco figuro sbrana mind fleyer? Supereranno la giornata di rassettamentazione? Dove si trova la prossima Reliquia? Keichi è davvero così odioso? Queste sono solo alcune delle domande che avete... a quali verrà data risposta? Per scoprirlo non perdetevi la prossima puntata di Nay'ar Chronicle: "Uno sguardo al passato per affrontare il futuro"! Non perdetelo! Al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!

giovedì 18 luglio 2013

CONFLITTO SFIORATO, UNA NUOVA MISSIONE?

Ehilà! Come andiamo? Gli esami son finiti anche per voi? Lo so lo so sto un po' trascurando il blog... chiedo scusa... sul serio... comunque, tanto per non annoiarci, ecco una nuova parte della storia.
PREMESSA, molto importante è il Mind Fleyer... bhè... per capire cos'è... immaginatevi un tizio vestito con una tunica nera, solo che al posto della testa ha un polpo... e usa poteri mentali molto forti... ecco più o meno ci siete... nel caso lo potete googlare tranquillamente ^o^.

Non ebbi il tempo di arrivare che la vidi puntare una spada alla gola di qualcuno uguale a lei… in che guai si era cacciata stavolta? Sospirai e guardai verso il cielo.
“Eh… Ha-kun… se solo tu ci fossi… qualche volta”.
Gettai ciò che restava di un Mind Fleyer oltre il cancello e intrecciai di nuovo le fibre della barriera che circondava la scuola.
“Dato che sono qua, tanto vale divertirsi no? Se ho fortuna, per quando avrò finito con voi, la mia piccola avrà finito con chi di dovere.”
Energia verde scuro mi ricoprì gli arti, scostai un ciuffo rosso dagli occhi e guardai l’oscurità: “Questo verde si intona perfettamente con i miei capelli, non trovate?” essa mi rispose con un sibilo sommesso.
Si fecero avanti 4 Mind Fleyer, il loro potere psionico li faceva brillare di una fioca luce bluastra:
“Oh si tesoro… ora si ragiona!”

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Entrammo nella Sfera.
Per l’occasione aveva preso la forma di una stanza essenziale ma accogliente.
Il Rettore si sedette e fece fare altrettanto a Fenril e i professori. Ci offrì delle sedie ma noi preferimmo stare in piedi.
“Lent, caro, potresti prepararci uno dei tuoi tè?”
“Come signore?” gli chiese giustamente stupito. Dovevamo anche servirgli il tè?
“Uno per discutere tranquillamente.” il Rettore sorrise.
“Ma certo, signore” rispose lui.
Una goccia di sudore mi scese lungo la spina dorsale e mi fece rabbrividire. Tomoyo mi prese la mano. Non mi ero accorta di tremare.
“Mentre aspettiamo il tè mi voglio congratulare con te e Tsubasa, il consenso di questo evento salirà sicuramente alle stelle”
“Signore, non credo che sia…” cominciai, ma il Rettore mi fece cenno di tacere. Non aveva ancora detto uno dei suoi <Uhuh!>… c’era da preoccuparsi.
“Senti <signor Rettore> non ho tempo da perdere. Ho piani da fare e valigie da preparare, per quando libererete il posto che mi spetta tra gli dei” non riuscii a stare in silenzio.
“Non ti illudere! Sei solo un d…” Shaoran mi prese per una spalla e strinse fino a fare male, Tomoyo strinse la mano e il Rettore disse secco:
“Tsubasa!” abbassai lo sguardo.
“Scusi signore. Non accadrà più.” Fenril si mise a ridere.
“Ahahahah! Come sei obbediente, quasi mi viene il voltastomaco!” Paffir si fece largo e cercò di evitare il peggio portando il tè.
“Ecco signore.”
“Per me niente zucchero, giardiniere. La vita è già abbastanza dolce… per me. Ahahahahah!!”
Paffir servì con gentilezza tutti i professori e il Rettore, poi prese la tazza di Fenril, la riempì e la sbatté davanti al deuncolo, senza versarne nemmeno una goccia:
“Io sono un erborista.”
Sentii Sha trattenere una risata mentre cercava di restare serio, e continuava a tenermi la spalla… evidentemente c’era davvero scritto <maniglia> sopra…
Liberty, aspettò Paffir e gli prese la mano, cercando di calmarlo.
“Passiamo alle cose serie. Non posso lasciare i miei ragazzi senza supervisione troppo a lungo.”
Fenril bevve un sorso e sorrise a Paffir.
“Hai ragione. Dunque, come potete immaginare sono qui perché ho trovato l’ultima reliquia… o almeno so di cosa si tratta. È una chiave. La chiamano <Sapienza del Saggio>.
Ogni reliquia rappresenta un dominio: il Fisico, una spada (l’Artiglio della Furia), la Ragione, una clessidra (il Cuore della Scienza), i Sentimenti, una freccia (la Piuma di Cupido) e lo Spirituale, una chiave (la Sapienza del Saggio). Le prime due le avete voi, nascoste per bene o le avrei localizzate da tempo e non sarei qui a giocare, la terza ce l’ho io, grazie alla mia Nay’ar” Annuimmo. Sapevamo già tutto quello che ci stava dicendo. Non era nulla di nuovo, anche se faceva male ogni volta pensare che era stata colpa mia.
“Nonostante le mie ricerche, non sono riuscita a scoprirne la locazione. Evidentemente le mie fonti sono troppo aggiornate oppure… comunque. Lascio a voi il compito di trovarlo. Non ho dubbi che qui abbiate abbastanza vecchiume.
Una volta trovata, me lo farete sapere. È facile, dopotutto posso sentire tutti i pensieri che mi vengono rivolti, non essendo più insediata però, posso percepire solo quelli urgenti o pericolosi.
Nel mentre cercherò il covo di Chtulu. Una volta raccolte tutte e 4 le reliquie ci dirigeremo là. E, mentre voi combatterete contro di lui, io lo sigillerò, firmando un biglietto di sola andata per il posto che mi spetta.” I suoi occhi neri come ossidiana brillarono di cupa anticipazione.
“Molto bene, Fenril.” disse calmo il Rettore posando la tazza,
“Se dovessimo scoprire qualcosa, ti avvertiremo.” Poi, con voce più allegra del solito esclamò:
“Bene, direi di sciogliere la seduta. Anche perché lo spezzatino mi aspetta uhuh!”
Sembrava che il pericolo fosse passato, si alzarono tutti e uscimmo dalla Sfera.
Il Rettore si volse verso Fenril:
“Sembra che siamo rimasti senza argomenti di discussione… in questo caso addio” lei scosse il dito schioccando la lingua:
“Oh, no caro… arrivederci.” e scomparve schioccando le dita.
La tensione si alleggerì istantaneamente e mi ritrovai con Cleto sulla testa senza quasi accorgermene:
“Nay tutto bene? Sapevo che la tua idea di prendermi la giornata libera sarebbe stata pessima!”
“Tutto bene Cleto, non è successo niente di grave…”
“Al contrario è stato un discorso illuminante!” mi interruppe il Rettore.
“In che senso, signore?” chiese curiosa Liberty,
“Sappiamo che le difese scolastiche sono abbastanza alte da non permetterle di trovare le reliquie e, cosa assai più importante, non sa dov’è l’ultima mia cara, uhuh!” era tornato il Rettore di sempre e questo mi rassicurava.
“Beh signore per la ricerca come…”
“Kagurazawa, non ti preoccupare. Ne parleremo dopodomani, non voglio assolutamente farvi perdere questa serata che, prevedo, ancora piena di colpi di scena e, soprattutto, non voglio togliervi il piacere di mettere via tutto e smontare le impalcature, uhuh! So quanto amiate questi incarichi, uhuh!” persino i professori assunsero un’espressione a metà tra il rassegnato e l’impietosito… mentre ci guardavano.
Facevamo loro pena… anche a Mina Mino…
“Tornate alla festa, continuate a renderla un successo, mi raccomando uhuh!”
Fu Liberty a rispondere:
“Si, signore.” disse incerta.
Chiesi a Cleto di tornare alla sua serata libera e, mentre tornavamo alla piazza, osservai Tomoyo e Shaoran.
Camminavano poco più avanti di me, vicini ma lontani al tempo stesso… erano 20 anni che vedevo questa situazione: era ora di finirla, era ora di dare loro (o meglio a lui) una svegliata. Mi avvicinai e mi infilai nel mezzo appoggiandomi su entrambi:
“Sapete ragazzi…” sorrisi, sia per ciò che stavo per dire, sia per la loro espressione persa:
“Se non lo farete voi… lo farò io.” risi e corsi avanti intercettando Liberty e Paffir che furono più che contenti di darmi una mano.
“Ma certo Nay’ar” disse lei,
“È proprio ora che si diano una scossa…” disse lui guardando il terreno.
Ora avevo una missione.


Vi è piaciuto? Vi mancavano vero? Devo ammetterlo: io ADORO il Paffir di questo post... è semplicemente epico. Comunque... ci si avvicina alla chiusura del ballo... chi era il losco figuro iniziale e perchè pare conoscere Nay'ar? Chi è Ha-kun... riuscirà Nay'ar nella missione che si è prefissa? E ancora: Keichi quanto avrà capito?
Tutto questo (in realtà non proprio tutto ^^) nella prossima puntata di Nay'ar Chronicle: 'Quando tutto va secondo i piani... degli altri' non perdetela! Al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!

sabato 25 maggio 2013

Quando accade l'impossibile!


Ehilà... Come state? E dopo gli esami.... LA STORIA PROCEDE!! Eeeeeeeeevvivaaaaaaa!
Non vi tratterrò oltre... lo so che morivate dalla voglia di leggerlo! Divertitevi ^_^.


Il ballo continuò pacato per un’oretta e mezza, durante la quale la pista non fu mai vuota, anche perché, dopo qualche pezzo della scaletta avevamo deciso di accettare le richieste degli studenti
Nee, aitai yo…
Con la fine di quel pezzo cominciava la mia pausa. La mia tanto agognata pausa.
Mi rialzai e andai a prendere il microfono fisso per sistemarlo nuovamente sul palco.
Spensi quello ad archetto e cominciai a scendere dal palco, lì incrociai Castor che mi propose di far fare una pausa anche all’orchestra:
“Dopotutto sono stanchi anche loro e poi la batteria era troppo up-beat nell’ultimo pezzo.”
“Forse hai ragione… tu avverti loro, io avverto il sempai, sarete solo tu e lui, già immagino la scena…” dissi ridacchiando.
Avvisai il sempai che sembrò molto più che felice della notizia
“Lascia fare a me, ho già un paio di idee…” gli sorrisi e, finalmente, raggiunsi i miei amici.
“Ragazzi non siete stati solo fantastici… ma stra-or-di-na-ri. Un ‘apertura splendida!” li abbracciai tutti, uno per uno.
I miei amici.
“Tieni Nay, l’ho fatto io, immagino che avrai la gola un po’ stanca vero?” mi disse Paffir allungandomi un bicchiere colmo di una bevanda fumante e dal profumo sorprendente: mi si illuminarono gli occhi
“Grazie Paffir” dissi seriamente commossa prima di prenderne un sorso.
“Ohilà, compare! Ci siamo lanciati eh? Niente cognome, niente nome! Si passa alle versioni accorciate? E bravo il mio compare, stai finalmente venendo fuori dal guscio!”
“C-che? No! Io… io non me ne sono accorto, scusa Nay’ar, non… ecco… io, non… non l’ho fatto apposta…”
“Cosa? La storia del Nay? Guarda che a me fa piacere se usate soprannomi, dopotutto è quello che distingue le persone a cui voglio bene da quelle con cui non voglio avere niente a che fare. Perciò sentiti pure libero di chiamarmi come ti pare” gli dissi sorridendo.
Lui ricambiò il sorriso.
“Sai Paffir, Nay’ar ha ragione, lei era l’unica senza soprannome, Shaoran era ‘Sha’ io ‘Tom’ Libby non parliamone e poi…” Paffir arrossì violentemente e cercò di difendersi ma in quel momento si spensero le luci sul palco e l’orchestra tornò al proprio posto.
Dopo pochi secondi partì l’intro di una canzone decisamente diversa dal tipo di canzoni che ricordavo esserci in scaletta.
“Nay’ar” chiamò Liberty confusa “non è una canzone un po’ troppo… non lo so… troppo e basta, rispetto alle solite?”
“Bhè niente di più semplice di una richiesta… ne abbiamo sentite tante di strane stasera…” si intromise Shaoran con una tartina in bocca
“Ti darei ragione – cominciai – se non avessimo deciso di accettare richieste solo quando siamo entrambi sul palco… e poi… Fratellino, questo è un duetto, parla di Bene e Male. Questa è Karakuri Burst… ma chi la canta con lui se io sono qui…?”
“Nay’ar, abbiamo un piiiiccolo problema, non ti allarmare ok?” mi disse la voce di Uno nell’orecchio
“Cosa capita Uno?” gli chiesi bevendo un sorso di tisana.
nemuranai machi no mannaka de  tachidomatte sa
[Stando fermo nel mezzo di una città senza sonno]
Per poco non sputai il sorso di tisana appena preso in faccia a Shaoran. La voce non era di Castor, era indubbiamente femminile, più bassa e roca della mia, ma comunque impostata sullo stesso timbro.
Una voce che aveva pronunciato molte parole.
Una voce che avrei riconosciuto ovunque:
“Però niente male, la vocalist non trovate? Non me ne intendo, certo, ma ricorda molto te, sorellina”, disse Shaoran seriamente impressionato, davvero non si era accorto di chi fosse?
“Uno, spegni il microfono di Castor, la prendo io. Prima di accendere le luci, creale un ologramma del mio vestito a colori invertiti, per favore. Tommy voi cercate i professori e pensate al da farsi. Fratellino… quella è Fenril” Tomoyo annuì e si trascinò uno Shaoran incredulo. Paffir e Liberty andarono in direzione opposta.
“Tutto pronto, accendo le luci al tuo attacco.”
Just say!
La fissai con aria di sfida.
jikoku wa ushimitsudoki/akaku  akaku  somaru yoku o
[Sono le 3 del mattino/ Mentre do aria ai miei desideri macchiati di rosso]
Cantò ricambiando il mio sguardo con malizia mentre la rincorrevo col controcanto
hakidashite  hikigane o hiitara/kirei na aka ni somaru yubi
[e premo il grilletto / le mie dita si macchiano di un rosso brillante.]
Aveva accettato la sfida
KOWASHITE!’ ‘KOWASHITE!
[Distruggi! Distruggi!]
Feci qualche passo verso il palco. Gli studenti non avevano capito bene cosa stava succedendo ma questo duetto pareva avere molto trasporto.
tarinai yo? ta-ri-na-i/mitasarenai  hakai shoudou/moroi  moroi  moroi  hito nante
[Non è abbastanza? Non è abbastanza/ Questa insaziabile sete di distruzione./ Fragili, fragili, fragile! Gli umani sono]
Mentre cantava queste parole mi piantò lo sguardo nero e freddo negli occhi.
Intendeva davvero quello che cantava.
Ma non mi sarei data per vinta. Se pensava di poter venire nella mia scuola e dettare il bello e il cattivo tempo… beh si sbagliava di grosso.
Shosen wa Shosen wa!
[Dopotutto]
Indicò il pubblico.
 suterareta karakuri/"Nan no tame ni tsukurareta no?" tte iu/sore  oshiete yo!
[Nient’altro che marionette in disuso. / "A che scopo fui creata?"/ Dimmelo!]
Mi fissò con odio, sfidandomi apertamente. Quella che agli occhi degli altri studenti era un semplice duetto d’effetto, era in realtà un vero e proprio surrogato del classico bagno di sangue. E se tale doveva essere non mi sarei certo lasciata smembrare da Fenril. Mai.
Ricambiai il suo sguardo con altrettanto odio, ma poi lo trasformai in sfida: toccava a me ora dire ciò che pensavo.
"Guuzen" nante koto wa okoranai
[Non accadono mai cose come le “coincidenze”.]
Cominciai a fare qualche passo disinteressato in giro, come se stessi vagando e al contempo conoscessi la mia meta.
Shiro to kuro de  hedaterareta subete no  zen/aku
[Tutto il bene e il male sono stati catalogati]
Una sfera di luce bianca cominciò a girarmi attorno, lasciando una scia residua di candida energia.
Hajime kara zenbu kimatteiru
[fin dall’inizio con la definizione di Bianco e Nero.]
La fissai con i miei occhi chiari, e lei parve un po’ interdetta, o era solo una mia impressione?
Sujigakidoori ni  hidarite naraseba  shukusei
[Seguite il copione: quando schiocco le dita di sinistra, sradicate il male!]
Mi rivolsi alla folla di studenti, la mia sfera bianca che vagava per la piazza. Poi schioccai le dita della mano sinistra, tutta la folla fu in delirio ma poi, Fenril riprese:
Just say!
E la folla fu nuovamente in delirio.
jikoku wa ushimitsudoki/karitoru wa  subete no "Aku"
[Sono le 3 del mattino./Io caccio e catturo tutto il “male”]
In quel momento sentii la voce di Uno nell’orecchio:
“Nay, il preside ha deciso di parlare con Fenril, portala in un luogo appartato ma non nel mio laboratorio. Mi ha già distrutto una volta e non ci tengo a fare il bis…”
Annuii e guardai il pubblico.
KOWASHITE!’ ‘KOWASHITE!
[Distruggi! Distruggi!]
Feci altri passi verso il palco.
subete o  hai-jo-su-ru/owaranai  hakai koudou/kiero  kiero  kiero  aku subete
[Io eliminerò tutto/Non c’è fine a questa distruzione./Sparisci, sparisci, sparisci! Tutti i malvagi sono,]
Passi decisi, e sulla fine del verso fissai Fenril, tenendo il tempo con tutto il corpo.
shosen wa shosen wa
[Dopotutto]
Allungai una mano verso il palco. Ormai mi mancavano poco più di 5 metri per raggiungerla.
ochibureta  garakuta/"Nan no tame ni, ikashite oku?" tte iu/sore  oshiete yaru
[Nient’altro che spazzatura ./"A che scopo continui a vivere?"/Te lo dirò io!]
Sorrisi.
La faccia di Fenril era una smorfia di rabbia, mal celata e mal contenuta, ma pur sempre rabbia. Dovevo averla sconvolta davvero.
Durante il momento strumentale, lei ebbe la mia stessa idea, scese dal palco e cominciò a camminare tra la folla, come a cercare fan. E così feci anche io, passai tra la folla come se stessi cercando qualcosa, freneticamente. Spostai ogni persona che toccavo in modo da farli schierare. Mi accorsi che anche lei stava facendo la stessa cosa.
Al momento di riattaccare, quello che non mi aspettavo era che i due schieramenti partecipassero al canto.
KOWASHITE!’ ‘KOWASHITE!
[Distruggi! Distruggi!]
Fu quasi un urlo liberatorio. Entrambi gli schieramenti lo dissero convinti. Fenril si girò con soddisfazione verso i suoi mentre continuava. Io sovrapposi il mio canto, creando un suono cacofonico ed armonico allo stesso tempo.
tarinai yo? ta-ri-na-i 
Non è abbastanza? Non è abbastanza mitasarenai  hakai shoudou 
Questa insaziabile sete di distruzione.
moroi  moroi  moroi  hito nante 
Fragili, fragili, fragile! Gli umani sono
shosen wa  suterareta karakuri 
Nient’altro che marionette in disuso. "Nan no tame ni tsukurareta no?" tte iu 
sore  oshiete yo?
"A che scopo fui creata?"/ Dimmelo!
subete o  hai-jo-su-ru 
Io eliminerò tutto
owaranai  hakai koudou 
Non c’è fine a questa distruzione.
kiero  kiero  kiero  aku subete 
Sparisci, sparisci, sparisci! Tutti i malvagi sono,
shosen wa  ochibureta  garakuta 
Nient’altro che spazzatura . "Nan no tame ni, ikashite oku?" tte iu 
sore  oshiete yaru
"A che scopo continui a vivere?"/Te lo dirò io!
Le nostre fazioni ci fecero corridoio e tutte e due salimmo sul palco durante la parte strumentale finale. Io da destra. Lei da sinistra.
Arrivate sul palco, ci fissammo per un paio di secondi e aprimmo le ali (le mie angeliche le sue da demone).
Cominciammo ad avvicinarci seguendo
il tempo e il ritmo della canzone.
Nella mano di Fenril vidi guizzare delle fiamme nere.
Estrassi le spade e terminammo (perfettamente insieme alla canzone) io con una spada puntata alla sua gola, lei con il globo oscuro a 5 centimetri dalla mia.
Stavamo ansimando e lei sorrideva maligna.
“Nay’ar…” la voce di Uno nell’orecchio mi riscosse.
Le mie lame scomparvero in petali di energia bianca e guardai il pubblico.
Fenril mi affiancò, salutò gli studenti che proruppero in uno scroscio di applausi e fischi e urli… era stato un successo… inaspettato certo… Ma pur sempre un successo.
“Coraggio Nay, sorridi e saluta, dopotutto me ne devi una” mi disse lei tra i denti.
Ritrassi le ali.
“Tu ora vieni con me” le dissi a mezza bocca salutando e ringraziando.
“Ma certo Nay. Tutto quello che vuoi… quando lo voglio io.”
Le indicai le scale e mentre scendeva Castor mi prese per una spalla e mi guardò incredulo:
“Nay’ar chi era quella? Perché era uguale a te? E che razza di canzone è?” ci mancava solo questa…
“Castor! È mia… cugina… non me l’aspettavo… pare che mi volesse fare una sorpresa, ora scusa ma devo fare gli onori di casa… ti spiace reggere il palco per un po’?”
Fece un sospiro di sollievo
“Ah, meno male… pensavo fosse una cosa tipo nemici mortali che compaiono di punto in bianco… ma ora sono sollevato!” sorrise e mi fece cenno di andare.
Lo ringraziai e seguii Fenril che stava passando  davanti al damerino.
Naturalmente anche lui mi prese per una spalla… cosa c’era scritto sopra… maniglia? Mi girai indispettita:
“Cosa vuoi Herd-san?”
“Sapere chi è quella… perché non è tua cugina.” Cos’era… preoccupazione quella che leggevo nei suoi occhi?
“Herd-san… non sono cose che ti riguardano. Ora devo andare.” Strinse la presa sulla mia spalla.
“Quella non promette niente di buono.” Non sapeva quanto avesse ragione.
“Mi lasceresti il braccio? DEVO andare.” Sospirò.
“Almeno promettimi che sarai prudente” mi scrollai di dosso la sua mano mentre rispondevo sarcastica:
“Si, si, si… pruderò moltissimo.” E me ne andai senza aspettare risposta.
“Abbiamo un sacco di ammiratori vedo… ti dai da fare eh?” mi provocò Fenril quando la raggiunsi.
“Da questa parte deuncolo, il Rettore ti vuole parlare.”
“Oh, che coincidenza… anche io…”
Ci ritrovammo davanti alla sala d’allenamento.
Gli altri erano già arrivati.
“Signor Rettore, scusi l’attesa.” Lui annuì soltanto. I miei amici mi circondarono e fissammo tutti il deuncolo.
Calò un silenzio che nessuno osava rompere.
“È forse questa l’accoglienza riservata agli ospiti? È forse questa l’accoglienza riservata ad un dio?”
“No, questa è l’accoglienza riservata a te, Fenril.” Risposi secca. Mi scoccò un’occhiata piena d’odio.
“Arriva al dunque deuncolo. Non abbiamo tutta la sera.” Sha rischiò molto con quella frase ma parve che lei non se ne fosse accorta nemmeno.
“Avete ragione. Ho di meglio da fare che perdere tempo con voi. Entriamo. Voglio finire in fretta.”

Se siete arrivati fin qui... COMPLIMENTI! io vi consiglio di ascoltare la canzone... sapendo però che gli ultimi due ritornelli sono sovrapposti e non in sequenza ^_^... ecco... il verde è Nay'ar e il viola Fenril...
Cosa succederà con l'arrivo di Fenril? Il deuncolo manderà all'aria mesi e mesi di preparativi? Perchè scomodarsi solo per cantare una canzone? Non temete, le risposte (forse) nella prossima puntata di... Nay'ar Chronicle: 'Conflitto sfiorato, una nuova missione?' non perdetela! Al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooo!

venerdì 26 aprile 2013

Il Ballo


Ehilààà!!! Come vi procede il tutto? In questo periodo dovrò studiare... come sempre... però spero di riuscire a postare qualcosina ogni tanto... voi no? ad ogni modo... ecco il tanto atteso post... Mwahahahahahaahahahahahahah!!!!!!!!!!!!!!
Ah, dimenticavo, nella lettura vi imbatterete in frasi in giapponese... non vi spaventate sono solo le frasi di una canzone, il verde lo canta Nay, il Blu lo canta Castor e il rosso lo cantano insieme.
La canzone in particolare è 'Tsugai Kogarashi', cantata in origine dai vocaloid, è una delle canzoni che in genere mi piace da impazzire... e poi era perfetta... in realtà ce ne sarebbe stata un'altra ma... vabbè questa è un'altra storia... ASCOLTATELA e fatemi sapere mi raccomando.
Buona lettuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuraaaaaaaaaaaaaa!!!!

“C’hai messo una vita sorellina… Mina Mino era già lì che saltellava dalla gioia…”
“Colpa di Uno… mi ha trattenuta con un problema da risolvere assolutamente…”
“Nay’ar cara… per caso il problema da sistemare si chiama Keichi Herd?”
“Ehi! Come fai a saperlo?”
“Cara… da quanto ti conosco?”
“Da tanto e con ciò?”
“So cosa ti passa per la testa… fidati di me… Tomoyo sa tutto e poi… quello non è Herd con un tuo vestito addosso?” cavolo… mi aveva sgamata prima del previsto… dopotutto… Tommy controllava il tempo… avrei dovuto immaginarlo…
“E’ stato…” per fortuna il passaggio del rettore interruppe la mia figuraccia.
“Uh uh! Ragazzi miei, è tutto a posto vero?”
“Sì signore” gli risposi “il palco è pronto, il suo leggio è sistemato il microfono è online e l’orchestra è già al proprio posto in attesa della sua entrata.”
“Molto bene figlioli, tra le altre cose… uhuh! Siete… come dire… abbaglianti… complimenti.” Arrossii… dopo tutto ero stata io a fare quei vestiti…
“Grazie signore.”
“Signore?” disse Shaoran chiudendo lo spiraglio di sipario da cui aveva sbirciato
“Sì Li?”
“Penso proprio che siano arrivati tutti”
“Li ha ragione Rettore, ci sono proprio tutti” si intromise Uno.
“Uhuh! Allora meglio che vada sul palco… uhuh! Preparatevi uhuh!”
I professori delle discipline Maggiori (alias Mino, Ten, Ghenzy e Tekku) salirono sul palco e si disposero ai propri posti.
Calò immediatamente il silenzio.
Noi, dietro le tende del sipario che nascondeva l’orchestra, stavamo tremando di nervosismo ed eccitazione.
Non era la prima volta che un nostro evento prendeva vita, ma questo era un evento memorabile e la tensione si  faceva sentire tutta… nel momento sbagliato.
“Uno, tutto come da programma con le luci vero?”
“Certo Nay. Come sempre”
“Bene. Signor Rettore, al mio cenno salga sul palco. Ten-sensei la presenterà, partirà il violino che ci farà sentire un po’ di virtuosismo per circa 10 secondi e poi lei salirà. Tutto chiaro?”
“Uhuh! Certo mia cara. Più chiaro di così. Allora aspetto il tuo cenno.”
“Grazie signore. Tomoyo voi andate pure a prendere posto in pista. Da qui in poi voi dovete solo divertirvi.” Dissi loro sorridendo, ma il Rettore li fermò:
“Aspettate miei cari, è meglio se restate qua per un po’, capirete poi il perché uhuh!”
“Va bene signore. Resteremo qui.” Disse Tomoyo perplessa
Ten-sensei si avvicinò al microfono un po’ a disagio nel suo completo rosso… sebbene quel taglio l’avessi già visto da qualche parte… picchiettò un paio di volte sul microfono e poi prese a parlare schiarendosi la voce:
“Ehm, salve ragazzi. Benvenuti a questo straordinario evento auto organizzato. È straordinario proprio perché è auto organizzato. Ma ci sarà tempo per parlare di questo, credo… comunque: l’importante è divertirsi. Tutti. Quindi mi raccomando non facciamo scherzi di cattivo gusto con le bevande e il cibo, zuffe, e tutte queste altre raccomandazioni che non vi dirò perché sono più che impresse nella vostra memoria. Detto ciò, non si può certamente cominciare un evento del genere senza un adeguato discorso di apertura. Ed è quindi con grande piacere che vi lascio nelle mani, o meglio voce,  del Rettore!” seguì uno scroscio di applausi e feci cenno al violinista che cominciò col suo virtuosismo. Quando stava per toccare le note finali feci cenno al Rettore che con un sorriso divertito salì sul palco e si diresse al microfono. Posò i fogli del discorso sul leggio, poi guardò l’oceano di persone in attesa, sorrise e cominciò a leggere:
“In questa stagione in cui cadono i petali di ciliegio ci prepariamo… ah no, scusate… questo è il discorso dei laureandi… uhuh!” ci fu una risata generale, mi coprii il viso con la mano e risi mio malgrado.
“Bene, uhuh! Ora che la tensione si è allentata possiamo parlare.” Il rettore era sempre un genio, qualunque cosa facesse…
“Uhuh! Bene figlioli, ora penso che si possa fare un discorso sensato. Sapete tutti perché siete qui: uhuh! Questo è un ballo di benvenuto! Uhuh organizzato, come ben sapete, da vostri colleghi! Eccoli qua, accogliamoli sul palco!! Tsubasa, Li, Kagurazawa, Keber, Lent, e gli altri chiaramente uhuh!” ci sentimmo tutti obbligati a salire sul palco e io chiesi a Uno l’ologramma dell’uniforme.
Ci sistemammo intorno al rettore. Tutti e dieci facevamo la nostra figura…
“Non vi sembrano bravi? Hanno fatto tutto da soli, senza aiuto esterno, è grazie a loro che l’orchestra è ad un livello alto questa sera ed è sempre grazie a loro che tutto quello che vedete qui è stato messo in piedi. Non è stato lavoro facile uhuh! No davvero. Quindi applausi, applausi!” seguì uno scroscio di applausi a cui tutti, o quasi, rispondemmo con un inchino imbarazzato. L’unico che sembrava perfettamente a suo agio era Zatch-sempai che salutava apertamente il pubblico e sembrava felice della cosa. Shaoran era viola, Paffir si torceva le mani, Liberty guardava fisso a terra, Tomoyo giocherellava nervosamente con una ciocca di capelli e io, le guance in fiamme, lottavo contro la coda per non farla comparire, i sempai per lo più si mostravano imbarazzati in misura assai minore.
“Uhuh! Chiaramente parteciperanno anche loro perciò sentitevi liberi di parlare con loro e di chiedere tutto quello che volete.”
Qualcosa mi disse di alzare lo sguardo e, quando lo feci, gli occhi si posarono direttamente su una macchia in ombra. Da quella macchia in ombra però i miei occhi non fecero per nulla fatica a distinguere la familiare forma del vestito. Keichi mi stava fissando, appoggiato ad un muro un po’ in disparte, con le braccia incrociate e uno strano luccichio negli occhi, quegli così verdi… così…
‘Nay’ar, cara, qualcosa non va?’ Tomoyo si era accorta che qualcosa non andava in me
‘Tutto a posto grazie… perché?’
‘Nay, lo stai fissando… ’
‘Non è vero! Non lo sto fissando… è lui che fissa me…’ distolse lo sguardo, con… disappunto?
“Uhuh! Miei cari penso di aver parlato abbastanza, vedo che siete belli carichi! Uhuh! Allora esco di scena e vi auguro una buona serata!”
Scendemmo dal palco mentre chiedevo a Tomoyo “Oddio… quanto mi sono persa?”
“Solo gli ultimi 20 minuti di discorso… niente di estremamente importante… ma si può sapere che ti è preso? Fissarlo a quel modo… ma non lo odiavi? Perdonami ma non capisco…”
“Non lo so… è come quando gli ho detto di mio padre, Tommy tu sai che non spiffererei mai di Hareven ai 4 venti… non so perché l’ho fatto”le risposi incerta.
“Ci risiamo… ne parliamo domani ok? Ora abbiamo da fare non credi?” mi riscossi quasi subito
“Cavolo è vero! Uno le luci?”
“Spente”
“Professori, se volete prendere il vostro partner e dirigervi al posto designato, vi sarei molto grata”
“Ma certo mia piccola Tsu!” mi rispose Ten-sensei porgendo a Liberty un braccio e trotterellando verso il pubblico divertito.
“Grazie della disponibilità. Ora: Sha con Tekku-sensei, Paffir con Ghenzi-sensei e Tommy con Mino-Sensei, io vado là sopra, quando Uno mi darà il segnale, il sempai farà partire la musica, le luci si accenderanno su di voi e dal primo passo tutto come da programma. Prendete posizione… stasera ci mette in mostra. Fategli vedere come si fa.”
Tutti uscirono e si misero ai loro posti, era stato un incubo insegnare a Wu Ten e Mina Mino a ballare quei pochi passi in modo da far fare loro il primo ballo con noi studenti.
“Nay’ar! Allora, siamo pronti?” mi chiese Castor che aveva seguito il discorso dalla folla di studenti
“Tutto a posto possiamo andare.”
Mi sorrise e mi fece cenno di precederlo
Prendemmo posto davanti ai microfoni, e disattivai l’ologramma.
“Socia, sei splendida stasera” mi disse Castor facendomi l’occhiolino,
“Grazie, socio, anche tu non sei male!” gli risposi sorridendo.
Nell’orecchio sentii un ‘bip’, il segnale di Uno, quasi contemporaneamente Zatch-sempai fece cenno all’orchestra, che cominciò a suonare “Tsugai Kogarashi” una canzone dallo spiccato ritmo orientale, un duetto dolce nella sua semplicità.
Avrebbero dovuto fare poche semplici figure ma dall’effetto scenico incredibile… o almeno così speravo.
Durante la breve intro (noi al buio fino al momento stabilito) Uno accese i riflettori sulle coppie interessate perfettamente a tempo e a intermittenza fino alla fine della parte.
Poco dopo intonai la prima nota.
Tutti si girarono verso i punti luminosi e videro molto bene i professori vestiti in abiti formali che erano accoppiati ai miei amici in divisa e per di più posizionati di spalle… sui loro volti vedevo lo stupore, questo mi divertiva.
kawaiiita kogarashi soyo soyo to’.
Mentre le donne facevano un passo verso il partner, questo lentamente si voltava.
kawaiiita konoha wa hira hira to’.
Si ritrovano l’uno di fronte all’altro, lei fa qualche passo timido verso di lui, si guardano chinano la testa, a mo di saluto.
Da qui in poi sono figure per lo più di braccia, l’uno è l’ombra dell’altra e viceversa in modo da non far capire mai chi sia la vera ombra, ecco, un giro su se stessi, un’inseguirsi giocoso (dopotutto la canzone parlava di due venti).
Si fermano, si guardano, accennano un inchino.
ari mo sezu’.
I partner si separano, i professori arretrano mentre i loro vestiti diventavano le mise di sempre, quelle da professori (i miracoli di Uno erano sempre i migliori).
Ora arrivava la mia parte preferita: la strumentale.
Era a ritmo più sostenuto, i ballerini rimasti (ovvero Shaoran & co) si scambiavano a questo punto i posti, in un frenetico ma raffinato volteggiare, nella spasmodica ricerca del proprio partner.
O almeno, questo era il piano… frenetico lo era di sicuro…ma nel complesso… non male.
Si ritrovarono appena in tempo. Ricominciammo a cantare, le uniformi scomparvero per lasciare posto ai veri abiti… uno spettacolo inaudito.
kawaiiitakonohawahirahirato’.
Lui fa due passi, porta le braccia in alto e le fa scendere descrivendo nell’aria una sorta di DNA (era stato l’unico modo per farlo capire ad uno Shaoran in crisi perché trovava il tutto molto imbarazzante. Se si fosse visto ora… forse avrebbe cambiato idea… era quasi… si, si poteva definire ‘figo’).
kawaiiitakogarashisoyosoyoto’.
Lei porta una mano ad altezza fronte, fa un giro su se stessa e se la riporta al fianco facendola fluttuare come una foglia mossa dal vento.
E poi una nuova coreografia: non più una semplice emulazione, non più il gioco delle ombre ma, figure partecipative, spesso indipendenti per i due partner (ad esempio una figura in cui lui fingeva di brandire una spada e di eseguire semplici mosse con essa, mentre lei gli danzava intorno), una specie di compenetrazione di luce e ombra… erano davvero belli visti dal palco.
E ci avvicinavamo al finale glorioso. I due giravano in cerchio, le figure descritte erano speculari l’una all’altra. Di una dolcezza disarmante.
kosure sazameku konoha to tomo ni
Lei ondeggia le braccia ai suoi fianchi come il vento e tende una mano verso di lui.
kakeru ichijin no kaze to tomo ni
Lui fa un passo incerto, gira su se stesso e allunga una mano verso di lei.
todomaru koto naku hitahashiru/kawaita uta to tsugai-kogarashi
Girano in cerchio, come a rincorrersi, imitando il rincorrersi dei venti.
Ed ecco finalmente la parte migliore: la strumentale finale.
Due lenti passi per avvicinarsi, ancora un cerchio e allungo di mano che sfiora soltanto quella del partner. Lei si volta ed entrambi guardano in un luogo sconosciuto (o conosciuto… era chiaramente dove sapevano che ci sarebbero state le telecamere di Uno… li avevo istruiti così bene uhuh!).
Solo quando anche l’ultima nota esalò l’ultimo respiro, si accesero le luci sul palco e la piazza prese a brillare di luce propria.
Lo scroscio di applausi, i fischi, gli ululati di congratulazioni erano assordanti.
Un inizio con i fiocchi!
La serata non poteva che evolvere in meglio.

Eccoci! fine prima parte si potrebbe dire.... sconvolgimenti, scene disarmanti e molto altro nella prossima puntata di Nay'ar Chronicle: "Quando accade l'impossibile"!.... NON PERDETELO!!! Al prossimo post!! Ciaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

sabato 16 marzo 2013

OUVERTURE

Ehilàààààà!!!!! Ciao a tutti... è tipo una vita che non ci si sente... legge... vabbè...
E' vero sono stata molto impegnata, molti progetti da portare avanti, pochi effettivamente portati a termine... insomma è un periodo un po' così... ma bando alle ciancie... il nuovissimo post di Nay'ar Chronicle è disponibile!!! Giubilio! Felicità! straordinaria contentezza ^o^!!!!! Eccovi Overture...


Il grande giorno era arrivato: i vestiti erano finiti, io non dovevo partecipare al ballo perché ero sul palco e il playboy da strapazzo non si era più fatto vivo.
Insomma era stata una settimana fantastica.
Fantastica, ma non necessariamente priva di imprevisti.
“Nay’ar dove hai messo questo?”
“Dove la metto la scala?”
Tutta la settimana era stata un turbinio confuso di persone, luoghi, pianificazioni, squilli e messaggi.
Fortunatamente però tutti gli imprevisti e tutti i problemi erano risolvibili in poco tempo e ora, con solo 2 ore a dividerci dal discorso d’apertura, dovevamo soltanto cambiarci, raggiungere le nostre postazioni e dare il via all’evento dell’anno.
Il nervosismo dilagava ma più di tutto mi insospettiva l’improvvisa scomparsa di Herd. Mi aveva assillata per 2 mesi, mi sembrava strano che di punto in bianco avesse deciso finalmente di afferrare l’antifona.
“Non ti crucciare sorellina, vedrai che si sarà solo stancato di te, come è normale che sia…”
“Come è normale ch… Ma come ti permetti! Esci subito da quel camerino, Shaoran Li!”
“Che? No, scusa! Mi è uscita male! No, davvero! No, Nay’ar! Ahia! No, Mi fai male! Non mi pungere con gli aghi magici! Nay’ar scusa! Intendevo solo…” cercò di rattoppare lui.
“Si? Li-san?” gli dissi risentita facendo un passo indietro mentre usciva dal camerino.
“Noooo, non usare il ‘san’! Il ‘san’ non mi piace! Significa che sono nei guai!”
“In guai grossi, ragazzo. Apri le braccia” gli dissi cominciando a sistemargli il vestito bianco.
“Ma io intendevo solo che, per uno come lui, è normale stancarsi delle ragazze dopo poco. Non ti offendere sorellina… dai… mi è solo uscita male! Lo sai che non sono bravo con le parole!”
Sapevo che non era bravo con le parole, quindi mi girai, frugai un attimo nella mia valigetta e senza guardare gli lanciai un bolos; chiusi la valigetta e mi spostai davanti ad un altro camerino dicendogli bruscamente: “Vedi di mettertelo bene e DA SOLO. Se lo trovo messo male… peggio per te, Li-san”
“Aye aye, ma’am” mi rispose un po’ affranto.
Sorrisi e riaprii la valigetta:
“Tommy, Libby ci siete? Siete pronte?”
“Solo un secondo, non capisco dove… aah, ecco… ok! Ci sono” mi rispose Tomoyo un po’ in difficoltà
“Forza, forza! Il ballo non aspetta nessuno!!” dissi loro divertita.
“Nay’ar… sei sicura che questo vestito vada bene per me? È così bello e raffinato… non credo che…”
“Ma che dici, Libby! Ti starà d’incanto! Sei bionda e dalla pelle rosa, quindi il celeste ti starà benissimo, fidati di me”
“Se lo dici tu…”
“Bene, ora… fuori dal camerino, Tommy!”. Tomoyo uscì dal camerino nel suo vestito bianco sporco. Il contrasto con la sua pelle cinerina lo rendeva ancora più bianco, facendolo risaltare. Le sistemai bene ogni piega della gonna, che le arrivava poco sopra il ginocchio, e le applicai una rosa, che avevo realizzato con degli scarti di tessuto bianco, sul fianco sinistro, il lato opposto alla spalla del vestito. Dalla rosa feci poi partire dei nastrini che tagliai poco sotto l’orlo. Le indicai la valigetta con gli accessori e passai a Liberty.
Liberty fu un capolavoro.
Uscì nel suo lungo abito celeste, semplice, leggero: gonna svasata lunga fino a terra, niente spalline, la parte del corpetto si annodava al collo; lo scollo della schiena, infine, arrivava fin sotto le scapole. Avevo calcolato una lunghezza non volgare ma neanche da suora… Caspita! Libby se lo poteva permettere eccome!!
Le sistemai il fiocco dietro la testa e stirai qualche piega nella gonna.
“ Cavolo, Libby!… sei… WOA!…”
“Grazie… Shaoran” gli dissi sarcastica indicando anche a Libby la valigetta “Ah, Shaoran?”
“Sì, sorellina?”
“Azzardati a stropicciare anche solo in modo infimo quel vestito e ti strappo i cordoni neurali uno per uno. E’ chiaro? Te lo ripeto in modo che tu possa capire: non fare scatti, piegamenti assurdi, pose indicibili, non strisciare, non cadere o tuffarti e soprattutto: NON LO SPORCARE DI CIBO! Mi sono spiegata?”
“Aye, ma’am.”
In quel momento uscì Paffir dal camerino: “Senti Nay’ar, questa specie di fazzoletto come si mette? E poi…”
“Ah, aspetta, Libby puoi dargli una mano con la cravatta? Sì, Paffir… quella è una cravatta”.
“Ah, grazie Liber…” sentii solo un rumore sordo, come di sacco di patate che cade a terra.
“KYAAH!! Paffir! Alzati! Svegliati!” ci girammo per trovarci davanti la fantastica scena di un Paffir svenuto (era sangue quello che usciva dal naso?) e di Libby in preda al panico. Mi rivolsi a Shaoran: era ancora in tensione, ma non era partito per prendere Paffir… perché?
“Sha! Maledizione, perché diavolo non l’hai preso? E se si fosse fatto male davvero?”
“Ma sei tu che mi hai detto di non fare scatti, movimenti inconsulti eccetera! Non può sempre essere colpa mia! Non ti va bene mai niente!” e si girò indignato.
Andai verso il povero svenuto, curai la sua epistassi e gli misi un impacco freddo in fronte. Si riprese poco dopo. Era un po’ confuso ma riuscimmo ad evitare che svenisse una seconda volta: divenne solo mooooolto rosso e lasciammo i piccioncini a farsi complimenti impacciati.
“Bene, io vado a cambiarmi, voi andate a prendere posto… Uno, potresti fargli l’ologramma delle uniformi fino all’apertura? Non voglio che li vedano prima dell’inizio…”
“Ma certo, Nay! Detto fatto!” lo ringraziai e entrai nel mio camerino.
“Uno, come siamo messi a preparativi?”
“99.8%”
“COOOOOSAAAA?! Che ci fa quello 0.2% in meno?”
“Cara, ti stai cambiando, non sei mica pronta…” mi disse divertito (per quanto un computer potesse divertirsi…). Feci un sospiro di sollievo.
“Il resto è tutto a posto?”
“Si, stai tranquilla. Ti agiti troppo… Solo perché se va male qualcosa dovete considerarvi espulsi… Che vuoi che sia…”
“Ti ignorerò, Uno. Ora imparerai cosa vuol dire essere ignorati.”
“So cosa significa… ma non riuscirai a ignorarmi e sai perché?”
“…” continuai a cambiarmi.
“Keichi Herd. Sembra un cane bastonato. Da quando il suo amico è tornato alla loro università, e a parer mio ha fatto bene, è molto giù di corda. Non ha più ragazze intorno, non ha una ragazza per il ballo e, soprattutto, è vestito in modo molto sciatto… non lo apprezzeresti… e se rovinasse il ballo? Non credo che il Rettore ne sarebbe felice, non credi?”
“Uno, so cosa stai cercando di fare. Non gli farò un vestito! Non c’è tempo e soprattutto non ne ho l’intenzione.”
“Ah! Visto che non mi ignoravi?”.
Uscii dal camerino e mi sistemai l’abito: non era un abito da sera e non doveva esserlo. Era un semplice corpetto nero senza maniche e a collo alto che si allacciava a intreccio lungo tutto il lato destro. Sul braccio sinistro avevo un bracciale di cuoio bianco, anch’esso allacciato a incrocio. Per la parte inferiore avevo degli shorts neri e, alla vita, un mantello lungo fino alla caviglia che, bianco all’origine, si scuriva sempre di più, diventando nero alla fine. All’altezza del cuore risplendeva lo stemma della mia famiglia, ricamato in filo argentato. Esattamente come risaltavano gli stemmi delle famiglie di Shaoran, Tomoyo, Liberty e Paffir sui rispettivi vestiti. Mi stavo sistemando i capelli quando realizzai cosa mi aveva detto Uno…
“Non stavi parlando del modello base, vero? Uno… non è guardabile! È un modello base senza alcuna cosa particolare! Non ha senso farlo indossare a qualcuno… e poi non sarà nemmeno della sua misura e mancano 20 minuti all’inizio, e cambiare la taglia… no! Uno, semplicemente no.”
“E dai Nay… non ti fa pena? Guardalo… sembra uno straccione! E poi i dati biometrici indicano che è della taglia giusta… e non è vero che è inguardabile!”. Soppesai pro e contro…
“Uno, ti odio” dissi correndo fuori dal laboratorio.
“No, non è vero… vicino ai dormitori, mi raccomando!” finì lui creandomi la tuta olografica.
Arrivai praticamente subito e lo trovai a vagare rasente la parete, gli occhi un po’ spenti.
“Herd-san… che ci fai qui?”
“Ehi, piccola, ti mancavo?”
“Non hai risposto… che ci fai qui? Dovresti essere già dalle parti della fontana, con la tua compagna e un vestito decente…”
“Non ha senso andare al ballo”
“Ma che diavolo stai dicendo… non puoi non andare! È obbligatorio! Dov’è la tua compagna?”
“A te che importa?”
“A me importa perché se TU non vai al ballo, IO vengo espulsa. E vedi di vestirti decentemente, non è da te.”
“Che importa vestirmi decentemente, o andare al ballo, se la ragazza con cui ci voglio andare si rifiuta di dirmi di sì?” Che voce triste…
“Non mi interessa quello che pensi tu… mi serve un mezzo miracolo per renderti presentabile nei 10 minuti che ci separano dal discorso d’apertura, quindi vieni con me.” Mi avviai verso la sala del club di cucito dove avevo lasciato il modello base.
Lui non mi seguiva.
“Herd-san! Muoviti!”
“No. Non ha senso ”
“Certo che ha senso! Dai!”
“No”
“Forse non hai capito bene: non mi interessa quello che vuoi tu. Non mi scuserò per aver rifiutato di andare al ballo con te. E non mi scuserò per quello che sto per fare ora”. Lo presi per un braccio e lo trascinai fino all’aula.
“Lasciami stare! Andrò al ballo ok? Se è così importante per te lo farò. Non è necessario vestirsi bene però, no? Dopotutto non c’è nessuno per cui valga la pena mettersi in ghingheri. Tu non lo noteresti.”
“Entra, e lascia che casti un po’ di magia.” Gli dissi secca spingendolo dentro “fortunatamente è della tua taglia.”
Lo obbligai a cambiarsi e lo sistemai. Tutto sommato gli stava bene: un classico completo blu oltremare con rifiniture bianche. Gli diedi una spazzolata e ricamai alla svelta una ‘H’ bianca sul taschino.
“Ora devi darti una mossa. Vai alla fontana. Mancano 2 minuti.”
“E tu non ti cambi?” disse lui con un po’ di gratitudine nella voce.
“Non ti preoccupare” dissi “io sono già pronta”. E me ne andai mentre Uno disattivava l’ologramma della tuta.
Raggiunsi il palco giusto in tempo per non subire la ramanzina.
“Scusate il ritardo… c’è stata una emergenza”.
Il ballo stava per cominciare.




E dunque che ne pensate? A me personalmente fa morire dalle risate ^o^... Fatemi sapere cosa ne pensate voi lasciando un commento con consigli, lamentele o quello che preferite!! Nella prossima puntata il ballo si apre... ci saranno espulsi? Paffir sverrà di nuovo? Quel cretino di Shaoran diventerà meno cretino? Ma soprattutto... Keichi, 'salvato' da Nay'ar... quale sarà la sua prossima mossa... la climax è sempre più vicina, aperture, avvenimenti... e chissà cos'altro nella prossima puntata di Nay'ar Chronicle: "Il ballo"! NON PERDETEVELO!!! Alla prossima volta... Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!