giovedì 4 ottobre 2012

La tisaneria di Paffir... 1!

Ciao a tutti e benvenuti a questa nuova rubrica dedicata agli infusi miracolosi di Paffir.
Dato che si sta avvicinando il freddo, e questi sbalzi di temperatura ci fanno spesso venire il raffreddore, ecco un rimedio buono e piacevole.
La... TISANA DI MENTA!! Ho scoperto che in realtà sono molto poche le persone che conoscono questo rimedio diciamo... all'antica... Dunque ecco di cosa ci serviremo:

Acqua
Menta secca in foglie (che trovate in erboristeria...)
Miele (io consiglio quello di eucalipto, poi de gustibus....)

Mettete a bollire l'acqua. Raggiunto il bollore spegnete il fuoco e infilate nel pentolino una manciata di foglie di menta. Lasciate in infusione per un quarto d'ora abbondante.
Versatevi l'infuso in una tazza, o un bicchiere o quello che volete e ficcateci dentro, con violenza (contenuta), un bel cucchiaione di miele. Mescolate fino a completo scioglimento e bevete l'infuso mentre è caldo.
E' un toccasana! Sia per il mal di gola che per il raffreddore... in più ti mette un po' di sonnolenza, così ti addormenti praticamente subito... ihihih.
Spero di esservi stata utile... a breve metterò la ricetta dell'infuso che beveva Nay'ar quando si è trovata in infermeria... Non perdetevela... al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaooooooooooooooo!!!!!!

lunedì 1 ottobre 2012

Altri preparativi e altre scelte

Ehilààààà!!!! Come andiamo? Domani comincio l'università e avrò poco tempo per postare quindi... eccolo... lo stavate aspettando e finalmente l'ho terminato!!!!! Il post che aspettavo di scrivere da una vita! ditemi cosa ne pensate... ci sarà da ridere... non temete! Ah! E non perdetevi le note alla fine! Mi raccomando! Buona lettura!!


Avete presente quelle mattine in cui vi svegliate con la certezza che quel giorno succederà qualcosa? Può essere davvero qualsiasi cosa ma voi avete l’impressione che sarà qualcosa di importante. Bene, quella mattina mi sentivo proprio così.
A causa del ballo e delle prove, le lezioni si limitavano al mattino, così quel fatidico pomeriggio, io, Keichi e una quantità esorbitante di sue fan, stavamo passeggiando nei pressi della fontana centrale: impalcature clamorosamente alte, che quel mattino non c’erano, si stagliavano sopra le nostre teste. Alcuni droni finivano di montarle mentre un indaffarato Adous dava ordini a destra e a manca a Shaoran e un altro paio. Con la coda dell’occhio scorsi Nay’ar alle mie spalle. Stava quasi certamente andando alle prove, dopo tutto la band era stata neo-assemblata…
“NAY’AR!!!” la chiamò Shaoran: “Mi dai una mano un attimo??” lei si girò e lo raggiunse. Parlottarono per qualche minuto, poi lei posò i libri e i fogli che aveva in mano, si allontanò di qualche passo e guardò l’anello che portava sempre al dito: “Ring, onegai” disse sorridendo.
Dall’anello si sprigionò una luce molto intensa e lei si ritrovò in mano due spade gemelle mentre sulla schiena prendeva forma una faretra. Sorridendo sfoderò le lame e unì le due else: la forma delle lame si modificò leggermente e al posto delle else ora c’era una impugnatura con poggia freccia. Terminato il cambio di forma, comparve una corda d’energia. Prese tre frecce dalla faretra e le fece unire da Adous che legò loro una corda:
“Allora: tu lanci le frecce a cui ho fissato la corda e le fai passare attraverso tutti gli anelli che vedi attaccati all’impalcatura. Scusa ma i miei droni hanno mani troppo approssimative…”
“Capito senpai. Lascia fare a me” disse prendendo le frecce e provando a tendere l’arco.
Si allontanò ancora per guardare meglio i propri target: degli anelli abbastanza spessi messi ad altezze diverse e soprattutto del tutto asimmetriche.
Pareva che anche Nay’ar si fosse resa conto che non c’era una traiettoria che li attraversasse tutti ma non sembrava preoccupata:
“Volete farmi lavorare eh? Lo sapete che ho le prove…”
Incoccò la triplice freccia e, prendendo la mira, scoccò: la freccia venne catapultata molto in alto e attraversò il primo anello; il secondo però era più in alto e la freccia stava per scendere
“Aaaah, mi sa che stavolta l’hai ciccata sorellina…” un’altra freccia colpì le prime, rialzando la loro traiettoria e facendole passare attraverso il secondo anello. Guardai Nay’ar che aveva già incoccato una terza freccia e con precisione millimetrica lasciò la corda. Così guidò le frecce con la corda attaccata attraverso tutti gli anelli, a volte rialzando la traiettoria a volte abbassandola.
Appena passato l’ultimo anello una freccia colpì la coda delle prime tre, accelerandone il corso.
Le frecce si conficcarono a 5 centimetri dal piede di Shaoran:
“Dicevi, fratellino?”
“Io… niente… non dicevo niente…” gli sorrise, l’arco e la faretra scomparirono di nuovo nell’anello e lei riprese i suoi libri, dirigendosi alle prove.
Guardai in alto, non me ne ero accorto ma alla corda era attaccato una specie di striscione tutto arrotolato che, immaginavo, avrebbero srotolato la sera del ballo.
“GRAZIE NAY’AR!!” le urlò Adous: “E’ sempre un piacere vederla divertirsi vero, Shaoran?”
“Non si stava divertendo Zatch… mi stava prendendo in giro… di nuovo.”

Io e Kei (con serraglio a seguito) passammo il resto della giornata a bighellonare e dare un’occhiata alle varie strutture e ai cambiamenti che trasfiguravano il complesso accademico. Facemmo un giro strano, ma poco mi importava dove andassimo. Ad una settimana dal ballo era praticamente tutto a posto: mancavano solo dei collegamenti audio e video e qualche particolare.
Mi accorsi delle intenzioni di Keichi troppo tardi per fermarlo.
Erano le 18.30 e da dove eravamo, potevamo vedere perfettamente la sala prove: era un piccolo edificio addossato alla palazzina dell’Aria e, nonostante fosse mattoni fino ad un metro da terra e finestre per il restante metro e 80, perfettamente insonorizzato. Nay’ar era là, che salutava i membri della band e Castor che se ne stavano andando.
“Aspettatemi qui gattine, torno tra poco” e poi aggiunse solo a me ‘Sta a guardare, piccolo Aral’ strinsi i pugni, intuendo cosa volesse fare.
La sala si era ormai svuotata e solo Nay’ar era rimasta dentro a mettere a posto le cose che avevano usato. Keichi si avvicinò alla sala ed entrò mentre lei gli dava le spalle, subito le stuolo di tifose al mio fianco si alzò indispettito
“Ma è di nuovo quella!”
“Che ci troverà mai il Sommo Keichi in quella cornacchia?”
“Avrà pure ‘na bella voce ma guardatela! Un corpo come il mio se lo sogna la notte e se lo scorda la mattina!” non so cosa mi abbia impedito di fare una strage in quel momento, certo è che per non fare qualcosa di cui non mi sarei pentito, ma di cui mi avrebbero fatto pentire, diressi tutta la mia attenzione su Keichi e Nay’ar.
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Mi girai si scatto appena sentii la porta aprirsi.
“Buona sera mia cara, come vanno le prove?” feci un passo indietro:
“Bene, ti ringrazio Herd-san”
“Proprio un bello spettacolo con quelle frecce oggi” rimasi circospetta
“Non è stato niente di che, come posso aiutarti? Deve esserci una ragione se vieni da me così tardi, no?”
“Bhè? Non posso solo aver voglia di vederti, o di riaccompagnarti alla tua stanza?” fece una faccia ferita così falsa che mi vennero i brividi lungo la spina dorsale, d’istinto estroflessi le ali e guardai fuori della porta: il suo fan club di oche assassine era tutto appiccicato al vetro, nel tentativo inutile di sentire qualcosa.
“Ho una certa fretta, cosa ti serve, Herd-san?”
“In realtà sarebbero due le cose… la prima: perché non mi chiami Keichi e basta? E’ molto meno informale…”
“Ma io VOGLIO mantenere le distanze con te HERD-SAN… qual è la seconda?” gli risposi sostenendo il suo sguardo.
Mi guardò un po’, poi mi sorrise e disse sfacciatamente:
“Tieni la guardia alta piccola? Vuol dire che ti piaccio…”
“La seconda cosa. ORA.” gli dissi avvicinandomi alla porta e, di conseguenza, dandogli le spalle
“La seconda cosa, ben più importante della prima, è: posso concederti l’onore di andare al ballo con me?” propose suadente mentre carezzava l’ala, ormai del tutto guarita.
Gli risposi con voce innocente:
“Davvero mi concederesti questo onore?”
“Ma certo, mia cara” rispose melenso.
Mi avvicinai alla porta e, abbassando la maniglia, gli risposi secca:
“Non mi interessa, concedilo a qualcun’altra” riassorbii le ali e spalancai la porta appiattendomi contro il muro per farlo travolgere dallo sciame di invasate.
Uscii chiudendomi la porta alle spalle e mi ci appoggiai: qualcuno bussava con insistenza dall’interno.
Aspettai finchè non cessarono i colpi disperati.
Sorrisi e mi diressi canticchiando al dormitorio.
ONEGAI significa 'per favore' e qui Nay lo dice al proprio anello, chiedendogli gentilmente di darle le armi che conservava al suo interno... spero di essere stata chiara... se non capite, lasciate un commento ^o^
Allora? Come vi sembra? Era un po' che Keichi non veniva maltrattato no? Spero di aver reso bene il maltrattamento... Ad ogni modo... Riuscirà Nay'ar a finire i vestiti? Keichi avrà finalmente capito? E Aral? Incamminiamoci verso la climax della serie nella prossima puntata di Nay'ar Chronicle: 'La mia decisione'! Non perdetela!! Al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!